15 Giu Certificazione e filiera controllata: l’importanza in agricoltura
Per mangiare sano non è solo importante scegliere l’alimento giusto, ma anche che questo sia stato prodotto seguendo i più alti standard. Dall’igiene ai parametri di coltivazione, passando per la sostenibilità. Scopriamo le certificazioni del settore agricolo.
Con il termine insalata, nell’uso comune, si indica più genericamente l’insieme di vegetali che possiedono foglie commestibili in forma cruda e, solitamente condite. Nel tempo, poi, è divenuto sinonimo anche di piatti composti da verdure di vario genere, sempre crude, a volte anche sminuzzate. È un piatto che abbonda sulle tavole delle famiglie italiane, tipico della famosa “dieta mediterranea” e presente in ogni piano alimentare sano e corretto. Alla luce di questo, sembra ovvio che un prodotto così tanto diffuso e consumato debba arrivare negli scaffali dei supermercati solo dopo aver attraversato – e superato – un iter di produzione che rispetta tutti gli standard imposti dagli organi normativi nazionali e internazionali. In poche parole, deve aver acquisito lo status di “certificata”.
Sul tema dell’insalata certificata, negli anni, sono stati fatti diversi passi avanti da parte di media e del mondo dell’informazione in generale, che hanno prodotto a poco a poco una coscienza collettiva sull’argomento, rimarcando nella mente dei consumatori l’importanza della certificazione.
Insalata certificata: cosa implica nel concreto
L’iter di certificazione, come detto, è stabilito da organi di controllo appositamente preposti, è molto rigido e lungo e coinvolge diverse società specializzate proprio nell’esaminare specifici aspetti (organizzativi, produttivi e di commercializzazione) di ogni azienda impegnata nel settore agricolo.
Ogni normativa, ovviamente, ha le sue peculiarità, ma la maggior parte – le più diffuse perlomeno – sono accomunate dal monitoraggio di parametri quali il rispetto delle buone pratiche igieniche e di coltivazione o la salubrità degli ambienti dei siti produttivi.
Questi rigorosi iter riguardano non solo le aziende produttive nello specifico, ma ogni player della filiera (chiaramente per le attività che gli competono) e devono essere periodicamente attuati al fine di mantenere la certificazione.
Alcuni esempi: le certificazioni di Altamura OP
In Altamura OP, ad esempio, la sicurezza alimentare ha sempre rappresentato un aspetto prioritario, a cui si aggiungono e sono collegate il rispetto dell’ecosistema del generoso luogo che ospita le sue coltivazioni, la sostenibilità e la sicurezza di tutti i lavoratori che concorrono a generare la qualità dei sui prodotti.
Per fare la sua parte al meglio ha adottato i più alti standard igienico-sanitari e per le sue insalate si è impegnata ad ottenere importanti certificazioni – alcune anche su base volontaria – nel pieno rispetto delle normative nazionali, comunitarie e internazionali.
Tra queste, a titolo esemplificativo, si possono menzionare:
- Certificazione Alimentare BRC: lo standard che permette all’azienda di tenere sotto controllo la sicurezza e la qualità lungo la linea di produzione alimentare;
- Global G.A.P.: la certificazione sulla Sicurezza Integrata in Agricoltura, ovvero utilizzo sistematico delle buone pratiche agricole volte al minore utilizzo di fitofarmaci e fertilizzanti per la coltivazione dei prodotti ortofrutticoli;
- QS Quality Scheme G.A.P.: la certificazione che assicura la qualità igienico-sanitaria delle insalatine dal campo fino alla distribuzione (accessibile solo alle aziende che ottengono la Global G.A.P.);
- Global G.A.P. Chain of Custody: la certificazione che accerta la cosiddetta “Catena di custodia” attraverso la raccolta sistematica di evidenze che consentono di documentare la storia del prodotto lungo le varie fasi della produzione e distribuzione commerciale;
- BIO SUISSE: certificazione inerente gli standard e le specifiche direttive per i prodotti biologici;
- Leaf Marque: certificazione che garantisce che i prodotti siano stati coltivati e, ove applicabile, trasformati seguendo i principi dei requisiti dello standard LEAF Marque;
- SEDEX: organizzazione che accerta, secondo i propri standard qualitativi, che l’azienda opera nel pieno rispetto dei diritti dei lavoratori.
La filosofia Quality First di Altamura OP
Le parole della Dott.ssa Paola Ferrara, Responsabile Qualità Altamura OP: “La terra è l’utero della vita. Questo, in Altamura OP, rappresenta un mantra, perché è dalla terra che nascono le fondamenta per produrre ortaggi di altissima qualità che rispettano standard nazionali e internazionali estremamente restrittivi.
Per questo la qualità viene monitorata lungo tutta la filiera, a partire dalle preparazioni del terreno fino ad arrivare al confezionamento di ortaggi di I e IV gamma nel rispetto della biodiversità e delle buone pratiche agricole in termini di igiene, di produzione e della salute e sicurezza degli operatori, utilizzando prodotti di origine naturale per la Produzione Biologica. In più, l’alta attenzione alle fonti di energia rinnovabile e l’utilizzo di macchinari a basso impatto ambientale. Il tutto consentito grazie all’affiancamento di personale attento e qualificato.
In continua crescita e sviluppo è il settore biologico Altamura OP, normato e definito a livello comunitario, in cui non viene utilizzato mail alcun prodotto chimico.
Una delle ultime novità è l’adesione delle aziende agricole e degli stabilimenti di confezionamento di Altamura OP al Consorzio Rucola IGP della Piana del Sele. L’Indicazione Geografica Protetta, infatti, è riservata al prodotto che risponde alle condizioni e ai requisiti stabiliti dal Disciplinare di Produzione della Rucola della Piana del Sele.”