14 Feb Agricoltura digitale: significato, storia e trend del futuro
L’agricoltura è tra i settori che sono stati maggiormente influenzati e trasformati dal progresso tecnologico. Anche il boom del digitale, soprattutto negli ultimi anni, ha contribuito fortemente ad innovare metodologie e processi, portando alla configurazione di una nuova era dell’agricoltura. Per comprendere al meglio tutte le novità che hanno caratterizzato il cambiamento attuale determinando l’era dell’agricoltura digitale, partiamo da qualche cenno storico.
La storia evolutiva moderna dell’agricoltura
Un altro modo in cui viene definita l’attuale era agricola è Agricoltura 4.0, sistema di denominazione ereditato dal mondo informatico (anche se c’è già chi inizia a parlare di 5.0). Questa connotazione sta ad indicare che quella che viviamo oggi è la quarta fase evolutiva significativa dell’agricoltura moderna.
In effetti la prima grande era moderna ha inizio nei primi del ‘900, e si basava sull’idea che il sistema produttivo avesse bisogno di elevato impiego di manodopera e forza animale per lo svolgimento delle attività.
Cinquant’anni dopo, con la famosa “rivoluzione verde”, ha origine l’Agricoltura 2.0, che prevedeva l’uso della meccanica, dei fertilizzanti chimici e degli agrofarmaci, ottenendo un diretto aumento della produttività ma con impatto sull’ambiente e sulla sostenibilità che allora non erano stati considerati.
Con un altro salto di quasi cinquant’anni si arriva all’era dell’Agricoltura 3.0. Detta anche agricoltura di precisione, si basava – sintetizzando – sull’utilizzo di strumenti di geolocalizzazione satellitare per raccogliere dati e assistere la guida nelle macchine agricole.
È solo da qualche anno – quindi venti anni più tardi – che ha inizio l’era dell’Agricoltura 4.0 (o smart agriculture) che aggiunge alla precedente un sempre più diffuso uso di internet, il ricorso a tecniche di elaborazione computerizzate, una raffinazione dei dati raccolti e l’uso di specifiche tecnologie di monitoraggio in campo.
Cos’è l’agricoltura digitale?
Nell’era dell’Agricoltura 4.0 il digitale e le innovazioni che ogni giorno immette nel settore continuano a dettare numerosi cambiamenti. L’insieme di questi, che prima si manifestano come trend rumors e poi prendono corpo e forma, riscrivendo le regole del comparto, è detto Agricoltura Digitale.
Definito anche “agricoltura dei dati”, questo nuovo approccio prevede l’estrema centralità delle informazioni raccolte sul campo, la loro raffinazione e aggregazione al fine di fornire un data set all’imprenditore e consentirgli di prendere decisioni più consapevoli (data driven decision), definire le strategie di innovazione del proprio sistema produttivo (data drive innovation) ed essere sempre in regola con le nuove normative.
Da un’indagine del 2021 condotta dall’Università degli Studi di Bologna e dall’Università Olandese di Wageningen su mille agricoltori italiani, più della metà ha dichiarato di aver usato o di utilizzare in maniera continuativa soluzioni di smart farming, e tra questi oltre il 70% utilizza evoluti sistemi gestionali e oltre il 40% sistemi geolocalizzati/gps connessi ad attrezzature agricole, sintomo che in Italia questo non è più un semplice trend, ma la nuova dimensione del settore.
L’agricoltura digitale di Altamura OP
Altamura OP ha sempre investito nel digitale, ritenendolo fondamentale per innalzare la qualità dei suoi processi e, di conseguenza, della produzione. Per esempio, già a partire dal 2008, tiene traccia su un archivio digitale delle operazioni colturali, comprese le lavorazioni e le semine, di ogni lotto di produzione. Questi dati sono disponibili su cloud e accessibili da smartphone e tablet, direttamente in campo durante il monitoraggio, permettendo ai tecnici dell’ufficio agronomico di disporre di tutte le informazioni in tempo reale e decidere più velocemente e consapevolmente le azioni da compiere, per massimizzare l’efficacia.
Non solo, dal 2017 Altamura OP utilizza centraline microclimatiche per la rilevazione del microclima in serra, raccogliendo informazioni fondamentali quali dati climatici istantanei ed elaborazioni di indicatori di stress (come VPD Vapor Pressure Deficit), con la possibilità di impostare allarmi e notifiche (es umidità elevata, condizioni predisponenti allo sviluppo di determinate malattie fungine, etc) e ricavare report e dati storici. Questa tecnologia permette un monitoraggio sempre più puntuale delle condizioni di stress climatico, e di prevedere quando è possibile risparmiare un trattamento fitosanitario oppure quando questo si rende necessario e urgente.
L’innovazione in Altamura OP ha raggiunto anche i trattori e le attrezzature che ogni giorno operano sul campo, sempre più equipaggiate con kit 4.0, che li rende connessi in tempo reale a un servizio cloud. In questo modo vi è maggior controllo dei motori delle trattrici e della eventuale necessità di manutenzione, oltre all’ottenimento di statistiche sulla loro resa operativa. In più è allo studio anche è la messa a punto di metodi di misura rapidi e veloci per avere riscontri direttamente sul campo e in tempo reale su parametri quali il contenuto di nitrati e clorofilla nelle foglie e il contenuto di sostanza organica nel terreno.
Digitale e formazione: un binomio inscindibile
Per Altamura OP l’innovazione e formazione vanno di pari passo. Grazie ad una partnership con l’Università di Salerno, ospita regolarmente numerosi studenti laureandi per condurre con loro progetti innovativi, sempre orientati ad individuare sistemi sempre più efficienti di raccolta, raffinazione e rielaborazione dei dati. Tra questi, un progetto condotto dai laureandi Adriano Avallone e Annamaria Di Serio allo scopo di di determinare alcuni parametri di natura agronomica e fisiologica su coltura di spinacino e valerianella, con i seguenti strumenti:
- termocamera per determinare la temperatura fogliare puntando lo strumento a 2-3 cm dalle foglie (utile ad avere informazioni immediate sullo stato idrico della coltura e valutare eventuali situazioni legate a stress idrico e/o termico);
- termometro per la determinazione della temperatura del suolo facendo penetrare la sonda nel terreno, nello strato esplorato dalle radici (utile per avere indicazioni sulle dinamiche dei cicli biologici e chimici che avvengono nella rizosfera);
- porometro per la determinazione della conduttanza stomatica mediante una semplice pinzatura della foglia (utile per avere una misura immediata della perdita di acqua dalla foglia);
- strumenti di rilevamento del contenuto di clorofilla, antociani e flavonoidi, semplicemente pinzando una foglia (utile per avere informazioni sul metabolismo primario e secondario della pianta);
- Field Scout per determinare il contenuto idrico volumetrico mediante la penetrazione dei due elettrodi nel suolo (utile per una gestione oculata delle irrigazioni);
- Sensore di riflettanza spettrale, per determinare gli indici NDVI e PRI effettuando una misurazione non distruttiva del rinverdimento della chioma (utile per ottenere informazioni sullo stato nutrizionale delle piante e sulla presenza di eventuali stress abiotici e/o biotici che sono in grado di influenzare la crescita, lo sviluppo e la senescenza della coltura).